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Inquinamento Acustico & Rumore

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Secondo l’articolo 2 della legge n°447 del 26/10/1995 l’inquinamento acustico è l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi.

Rumore

Il rumore è un fenomeno sonoro di qualsiasi natura ed origine, caratterizzato dall’essere molesto o comunque sgradito, che può portare effetti negativi per la salute fisica e la tranquillità psichica dell’uomo e degli animali. Le variabili su cui ci si basa per definire il rumore ed il relativo grado di fastidio o di nocività sono molteplici e a volte contrastanti fra loro; fra queste rientrano: il luogo in cui il rumore si manifesta, l’età dell’ascoltatore, la sua attività nel momento in cui lo percepisce, ecc.

Danni da rumore

Si stanno precisando le conoscenze relative alle conseguenze sul corpo umano provocate dal rumore, che è in costante aumento nelle società industrializzate: è stato calcolato che nei paesi occidentali oltre 100 milioni di persone (il 15% del totale) viva in condizioni di esposizione a un livello continuo di rumore superiore a 65 dB, considerate inaccettabili, mentre altri 240 milioni di individui sono sottoposti a più di 55 dB.

I danni, fisiologici e psichici, provocati dall’inquinamento da rumore, sono stati così determinati: intorno a 50-60 dB si manifestano cefalee, ansietà e aumento dell’irritabilità; a 130-140 dB cominciano dolori auricolari; oltre i 140 dB aumenta notevolmente il rischio di lesioni auricolari; a 160 dB si verifica la rottura della membrana del timpano o lesioni dell’orecchio interno.

Più che l’intensità del rumore, che raramente raggiunge i livelli più alti, sono in aumento la sua durata nel tempo e la sua diffusione nello spazio: la crescente urbanizzazione, l’aumento del numero dei veicoli e della densità di popolazione hanno infatti provocato un prolungarsi del rumore nelle ore notturne e nei giorni festivi e un suo estendersi alle periferie delle città.

Prevenzione

È necessario ridurre il rumore alla fonte, cioè progettare ed acquistare macchine con la più bassa emissione di rumore.

Limitare la propagazione delle onde sonore, isolando la sorgente sonora utilizzando per le pareti, i muri ed i soffitti degli ambienti di lavoro dei materiali assorbenti.

Limitare il tempo di esposizione del lavoratore.

Protezione del lavoratore o con ambienti cabinati o mediante protezioni individuali quali cuffie (abbattono circa di 20 dB l’intensità dello stimolo sonoro) o tappi alle orecchie.

Il D.Lgs. 195/2006 fissa i seguenti nuovi limiti per il rumore:

  • Valore limite di esposizione (giornata lavorativa di 8 ore): 87dB(A);
  • Valore superiore di azione (giornata lavorativa di 8 ore): 85 dB(A);
  • Valore inferiore di azione (giornata lavorativa di 8 ore): 80 dB(A);
  • Livello di esposizione settimanale al rumore (5 giorni lavorativi, 8 ore al giorno, nel caso di esposizione giornaliera variabile): 87dB(A).

Il datore di lavoro sottopone alla sorveglianza sanitaria i lavoratori la cui esposizione al rumore supera gli 85 dB. La sorveglianza sanitaria è estesa ai lavoratori esposti a livelli superiori di 80 dB su loro richiesta o qualora il medico competente ne conferma l’opportunità.

Nel caso in cui l’esposizione al rumore superi gli 80 dB il datore di lavoro mette a disposizione dei lavoratori dispositivi di protezione individuali dell’udito, nel caso in cui tale esposizione sia uguale o superiore agli 85 dB il datore di lavoro fa tutto il possibile per assicurare che vengano indossati i dispositivi di protezione individuale dell’udito.

I locali, in cui le lavorazioni comportano un’esposizione personale superiore agli 85 dB, sono provvisti di apposita segnaletica ed eventualmente, qualora il rischio lo giustifichi, sono circoscritti da limitazione d’accesso.

I servizi offerti:
  1. Perizie fonometriche per la valutazione dell’impatto acustico.

Rifiuti

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In base al D.Lgs n.152/2006 i rifiuti vengono classificati:

  • Rifiuti urbani e Rifiuti speciali in base alla provenienza;
  • Rifiuti pericolosi e Rifiuti non pericolosi in base alla pericolosità.
I Laboratori del CRAIA ACS OdR, in accordo alla normativa vigente effettuano:
  • Analisi standard rifiuti: aspetto, residuo a 105°C, ceneri a 600°C, metalli tossici, solventi e classificazione (parametri indispensabili);
  • Analisi infrarossa;
  • Ammine aromatiche;
  • Clorofenoli;
  • Chinone idrochinone;
  • Composti aromatici policiclici;
  • Test di cessione (norma italiana UNI 10802);
  • Test di cessione con acido acetico;
  • Saggi di tossicità;
  • Determinazione qualitativa e quantitativa delle sostanze organiche;
  • Estratto in etere di petrolio;
  • Fenolo e cresoli;
  • Formaldeide;
  • Monomeri residui;
  • Policlorobifenili;
  • Solventi clorurati e aromatici;
  • Solventi organici;
  • Determinazione di amianto;
  • Caratterizzazione dei rifiuti tramite attribuzione CER dal produttore ai fini del loro smaltimento.
Altri servizi:
  1. Sopralluoghi e consulenze tecniche;
  2. Campionature e caratterizzazione del rifiuto;
  3. Contratti annuali di consulenza.

Igiene Industriale Aria

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L’inquinamento atmosferico è l’accumulo di una o più sostanze, in concentrazioni tali da modificare le normali condizioni ambientali e di salubrità dell’aria; tali modifiche costituiscono un possibile pericolo per l’uomo e per l’ambiente.

Le principali fonti di inquinamento sono le emissioni in atmosfera derivanti dai processi produttivi (attività industriali e artigianali) e dai processi di combustione (riscaldamento e traffico veicolare).

Le sostanze inquinanti comunemente misurate sono:

Monossido di Carbonio (CO), prodotto dei processi di combustione (motori degli autoveicoli, impianti di riscaldamento e industriali), che impedisce all’emoglobina di legarsi all’ossigeno, con una conseguente riduzione della quantità di ossigeno nel sangue;

Ossidi di Azoto (NOx), prodotti dei processi di combustione (motori degli autoveicoli, impianti di riscaldamento e impianti industriali), che hanno una duplice azione tossica: provocano una riduzione della funzionalità respiratoria e diminuiscono le difese contro le infezioni;

Ozono (O3), è il componente più facilmente misurabile dello smog fotochimico prodotto, durante la stagione estiva, dall’azione della radiazione solare su alcune sostanze presenti in atmosfera, molte delle quali derivano dal traffico degli autoveicoli. Questo inquinante ha un’azione irritante sulle mucose, in particolare delle vie respiratorie e degli occhi;

Biossido di Zolfo (SO2), prodotto della combustione del carbone e dei derivati del petrolio. Svolge un’azione dannosa sull’apparato respiratorio;

Idrocarburi (HC), comprendono un grande numero di composti gassosi, liquidi e solidi; il più semplice idrocarburo è il metano che è presente naturalmente in atmosfera in concentrazioni maggiori rispetto agli altri idrocarburi: per questo motivo vengono determinati gli idrocarburi non metanici, che provengono da processi di combustione incompleta negli impianti di riscaldamento e industriali e nei motori degli autoveicoli. Il grado di nocività varia secondo la composizione chimica: si va da sostanze non particolarmente tossiche a sostanze di accertata cancerogenicità quali gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e il benzene. Quest’ultimo deriva principalmente dalle emissioni dei veicoli a benzina e dalle perdite per evaporazione durante la lavorazione, lo stoccaggio e la distribuzione dei prodotti petroliferi. Studi sui lavoratori esposti hanno dimostrato un’aumentata incidenza di leucemia;

Polveri totali sospese (PTS) e particelle sospese con diametro inferiore a 10 mm (PM10), sono particelle di piccole dimensioni che possono contenere sostanze nocive come piombo, vanadio, cromo, amianto e IPA; sono prodotte da quasi tutte le attività umane (traffico, industria, processi di combustione in generale). Penetrano nell’organismo umano attraverso l’apparato respiratorio provocando disturbi respiratori e malattie asmatiche; l’azione nociva delle polveri varia in rapporto alle dimensioni delle particelle: minore è il diametro maggiore è la capacità di penetrazione nelle vie respiratorie.

Amianto

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L’amianto per vari decenni è stato impiegato in costruzioni civili e industriali, in componentistica meccanica ed edile, viste le notevoli caratteristiche di resistenza al calore e la facile reperibilità. Da alcuni anni gli studi epidemiologici hanno dimostrato una correlazione tra l’uso di questo materiale e l’aumento di tumori polmonari in soggetti che, vari motivi, venivano a contatto con esso. In conseguenza di ciò la legislazione ha provveduto, con il passare degli anni, a limitarne l’uso prima, e poi a vietarne completamente l’utilizzo ed ad agevolarne la dismissione, tramite la Legge 375/92.

In particolare, i nostri tecnici sono in grado di eseguire:
  • Campionamenti atmosferici per la ricerca di fibre di amianto aerodisperse;
  • Campionamenti di materiale (serbatoi acqua, canne fumarie, tettoie, pavimenti, pannelli, ecc.) per la ricerca qualitativa e quantitativa di amianto nella composizione;
  • Corsi di formazione ed informazione per addetti alla manipolazione;
  • Consulenze e relazioni tecniche, comprese mappatura degli stabili;
  • Servizi di rimozione e smaltimento.