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Prodotti Biologici

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La maggiori parte dei controlli sui prodotti ortofrutticoli è mirata alla ricerca dei residui di pesticidi. Enorme rilevanza ha assunto tale ricerca negli ultimi 10 anni per l’adozione sempre più crescente dei metodi di agricoltura biologica rispetto ai metodi tradizionali che prevedono l’uso di pesticidi.

Con il termine «prodotti fitosanitari», detti anche antiparassitari, fitofarmaci o più comunemente pesticidi, si definisce una categoria di composti chimici utilizzati in agricoltura per combattere parassiti e altri organismi dannosi per l’uomo, gli animali e le piante (come insetti, funghi, muffe, roditori, erbe o nematodi).

Si tratta di sostanze a composizione chimica molta diversa che vanno da estratti di piante come il piretro, a sali e oli minerali, fino a composti organici molto sofisticati.

I pesticidi leggeri (non persistenti) sono composti rapidamente biodegradabili, mentre i pesticidi pesanti (persistenti) sono composti invece che rimangono nell’ambiente per periodi di tempo relativamente lunghi.

La loro persistenza dipende da molti fattori: il tipo di suolo, l’umidità, il pH e l’estensione delle colture, ed è determinante per stabilire l’intervallo di sicurezza ossia il tempo che deve intercorrere tra l’ultimo trattamento e la raccolta.

Per la loro stessa natura i pesticidi possono risultare pericolosi all’uomo o agli altri animali, in quanto il loro scopo è di uccidere o danneggiare gli organismi viventi. Possono essere assorbiti per inalazione, per contatto cutaneo o attraverso l’apparato digerente. Gli effetti acuti dell’intossicazione da pesticidi sono disturbi epatici, tumori, malattie polmonari, della pelle, del sangue.

In base al meccanismo d’azione i pesticidi si distinguono in:

  • Fitofarmaci di copertura (pesticidi che si fissano sulla superficie esterna delle parti vegetali trattate);
  • Fitofarmaci antropici (pesticidi che attraversano la buccia dei frutti o l’epidermide fogliare ed entrano per un breve tratto nei tessuti vegetali);
  • Fitofarmaci sistemici (pesticidi che si diffondono in tutti i tessuti vegetali, compreso il cuore del frutto, in quanto trasportati dalla linfa della pianta trattata).

I pesticidi utilizzati per eliminare insetti e funghi in agricoltura lasciano tracce eccessive nella frutta e verdura che utilizziamo. Il più elevato residuo di pesticidi è stato trovato nella lattuga, seguita da uva, fragole, mele e pomodori.

Tabella che mostra i residui di pesticidi nell’ortofrutta:

 Numero campioniSenza residuiCon residui
Ortaggi380373,2%26,8%
Frutta437541,5%58,5%
Insalata52864,2%35,8%
Patate25168,9%31,1%
Pomodori37675,3%24,7%
Mele75527,8%72,2%
Pere37031,6%68,4%
Pesche36446,4%53,6%
Fragole39631,3%68,7%
Uva23224,1%75,9%
Agrumi48934,7%76,3%

(Fonte: Elaborazioni Legambiente su dati Usl e Assessori regionali della sanità)

I pesticidi usati in europa sono circa 800, e per 73 di questi esistono dei limiti fissati dalle leggi europee, per gli altri ogni stato può fissare limiti nazionali. Si calcola che ogni anno vengono immesse nella biosfera 2.000.000 di tonnellate di pesticidi. Tra il 1980 e il 1985 i consumi di pesticidi sono aumentati del 19,5 %. Secondo le statistiche Istat in italia per ogni ettaro di superficie coltivata vengono impiegati 13 kg di diserbanti e insetticidi; nel nostro paese, solo nel 1986, sono state utilizzati 200.000 tonnellate di pesticidi.

Nel mondo gli agricoltori utilizzano 1500 tipi di pesticidi diversi commercializzati con 40000 nomi diversi. Secondo la FAO (organo dell’ONU che si occupa dell’agricoltura mondiale) le specie di parassiti resistenti ai pesticidi, erano 7 nel 1938, 182 nel 1965, 364 nel 1977, 432 nel 1980, 600 nel 1986, perché con il passare degli anni molti insetti diventano sempre più resistenti.

Agricoltura Biologica

È basata sul regolamento CEE 2092/92 che esclude i prodotti chimici di sintesi (fertilizzanti, pesticidi). Per la fertilizzazione si utilizzano quindi concimi organici e minerali naturali. Per la difesa dai parassiti si ricorre a prodotti e sistemi di origine naturale e a basso impatto ambientale (riportati in una apposita lista sugli allegati del regolamento CEE 2092/91). Il metodo di produzione biologico dei prodotti agricoli, disciplinato dal regolamento CEE 2092/91 e successive modifiche che detta norme anche sulla preparazione, commercializzazione, etichettatura e controllo, si applica ai vegetali naturali o trasformati e ai prodotti che contengono ingredienti di origine vegetale.

È necessario:

  1. Individuare terreni idonei lontani da fonti di contaminazione quali fabbriche, autostrade, ecc.;
  2. Convertire il suolo per un periodo di tempo che varia in base alla coltivazione ed in ogni caso non inferiore a due anni. I prodotti ottenuti in questo arco di tempo, anche se non i stato fatto uso di sostanze chimiche, non possono essere definiti biologici perché il terreno potrebbe ancora contenere residui di fitofarmaci;
  3. Utilizzare esclusivamente come concime sostanze organiche, residui di colture precedenti e il sovescio (sotterrare dopo la raccolta, piante che arricchiscano il terreno di composti organici e soprattutto azoto). Al posto dei pesticidi si può ricorrere a macerati ed estratti di piante officinali, insetticidi vegetali e insetti utili alla distruzione dei parassiti. È possibile evitare l’uso dei diserbanti con la rotazione delle colture ogni due anni;
  4. Nel caso di prodotti di origine animale, scegliere e selezionare le razze, alimentare il bestiame con mangime non trattato chimicamente, escludere totalmente l’uso di antibiotici, ormoni o altri stimolanti della crescita;
  5. Trasformare e conservare i prodotti ricorrendo a metodi che non facciano uso di sostanze chimiche;
  6. Certificare l’appartenenza ai prodotti biologici tramite uno degli organismi preposti e legalmente riconosciuti.