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Terreni

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Il requisito base per la crescita delle colture è stabilire l’idoneità del terreno d’impianto. Le analisi relative ai terreni ed ai concimi mirano a ottimizzare la resa dei raccolti. Quindi, risulta fondamentale, l’analisi preliminare alla coltura o alla destinazione del terreno. Ad esempio, è necessario conoscere la permeabilità di un terreno, nel caso vi si volesse impiantare un campo da calcio o da golf.

I servizi offerti:
  1. Campionamenti e carotaggi (anche a diversi metri dalla superficie);
  2. Studio dei parametri;
  3. Piani di concimazione;
  4. Analisi fisico-meccanica:
    • Granulometria (sabbia, limo ed argilla);
    • Scheletro;
  5. Analisi chimica:
    • Azoto totale;
    • Calcare attivo calcare totale;
    • Fosforo assimilabile;
    • Ossido di Potassio;
    • Humus;
    • pH;
    • Carbonio organico;
    • Sostanza organica;
    • Conducibilità;
    • Boro;
    • Ferro;
    • Magnesio;
    • Manganese;
    • Zinco;
    • Rame;
    • Calcio;
    • Sodio;
    • Magnesio;
    • Potassio;
    • Capacità di Scambio Cationico (CSC).
  6. Analisi idrologiche:
    • Permeabilità;
    • Salinità.

Fitopatologia

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Il CRAIA ACS OdR sin dall’avvio delle attività si è occupato di problemi di fitopatologia, realizzando un laboratorio di diagnosi apposito.

Successivamente all’emanazione dei DD.MM. del 14.04.1997, che presentano tra gli aspetti innovativi il riconoscimento formale del ruolo dei laboratori di diagnosi fitopatologica per la garanzia della qualità delle produzioni vivaistiche (categoria C.A.C.) da parte del fornitore (vivaista), e sulla base dell’esperienza acquisita e dei requisiti professionali e strutturali in suo possesso, il CRAIA ACS OdR ha avviato presso il Servizio Fitosanitario della Regione Campania la procedura per la richiesta di accreditamento del proprio laboratorio, in quanto questo risultava conforme al disposto dell’Articolo 10 dei DD.MM. dei suddetti decreti.

Il Laboratorio è stato accreditato dalla Regione Campania, a svolgere:

Analisi fitosanitarie relative a batteri, funghi, fitoplasmi (MLO’s), viroidi e virus su piantine ortive e relativi materiali di moltiplicazione (art. 3 comma 1 lettera d del D.P.R. 21/12/1996, n.698), e su piante da frutto e relativi materiali di moltiplicazione (art. 3 comma 1 lettera d del D.P.R. 21/12/1996, n. 697).

Per quanto riguarda i protocolli di accertamento sanitario, il CRAIA ACS OdR, si attiene alle indicazioni impartite dal Servizio Fitopatologico Regione Campania relativamente alle modalità di campionamento, ai patogeni e alle tecniche di diagnosi, e si avvale del supporto scientifico dell’Università degli Studi di Napoli – Facoltà di Agraria.

Come laboratorio accreditato, il CRAIA ACS OdR ha eseguito accertamenti sanitari principalmente per aziende vivaistiche (orticole e frutticole) della Puglia, Sicilia, Basilicata, Calabria e Molise.

Tirocini e stage

Presso il nostro laboratorio è possibile effettuare tirocini e stage per migliorare le proprie competenze.

Chi usufruisce dell’attività del Laboratorio Fitopatologico?
  • Aziende vivaistiche accreditate ai sensi dei D.D.M.M. del 14 aprile 1997;
  • Aziende agricole;
  • Singoli agricoltori;
  • Enti pubblici;
  • Enti di ricerca.
Attività del Laboratorio Fitopatologico:
  • Possiamo identificare i principali patogeni e/o malattie delle piante;
  • Virus, Virus simili e Viroidi;
  • Funghi;
  • Batteri;
  • Fitoplasmi (MLO’s);
  • Nematodi.

Caratteristiche dell’attività del Laboratorio Fitopatologico

Accuratezza e rapidità:

Il ricorso a tecniche di diagnosi sensibili validate per un impiego su larga scala, permette al laboratorio di fitopatologia del CRAIA ACS OdR di ottenere risultati (sicuri, attendibili), e in tempi limitati (anche in 48 ore dal ricevimento o prelievo dei campioni).

Accuratezza e rapidità della diagnosi rappresentano un punto critico nell’attività di un laboratorio fitopatologico, e nel successivo controllo delle malattie delle piante e dei relativi agenti infettivi.

Le tecniche di diagnosi adottate

Diagnosi visiva:
  • Osservazione dei sintomi delle malattie.
Diagnosi dei virus, virus simili e viroidi:
  • Diagnosi sierologica: ELISA;
  • Diagnosi molecolare: (ibridazione molecolare, amplificazione genica, dsRNA);
  • Diagnosi biologica: (trasmissione meccanica, saggio legnoso).
Diagnosi di funghi e batteri:
  • Isolamento ed allevamento su idonei substrati colturali.
Diagnosi dei Nematodi:
  • Morfo-tassonomia stadi larvali e adulti;
  • Saggio biologico.

Inquinamento Acustico & Rumore

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Secondo l’articolo 2 della legge n°447 del 26/10/1995 l’inquinamento acustico è l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi.

Rumore

Il rumore è un fenomeno sonoro di qualsiasi natura ed origine, caratterizzato dall’essere molesto o comunque sgradito, che può portare effetti negativi per la salute fisica e la tranquillità psichica dell’uomo e degli animali. Le variabili su cui ci si basa per definire il rumore ed il relativo grado di fastidio o di nocività sono molteplici e a volte contrastanti fra loro; fra queste rientrano: il luogo in cui il rumore si manifesta, l’età dell’ascoltatore, la sua attività nel momento in cui lo percepisce, ecc.

Danni da rumore

Si stanno precisando le conoscenze relative alle conseguenze sul corpo umano provocate dal rumore, che è in costante aumento nelle società industrializzate: è stato calcolato che nei paesi occidentali oltre 100 milioni di persone (il 15% del totale) viva in condizioni di esposizione a un livello continuo di rumore superiore a 65 dB, considerate inaccettabili, mentre altri 240 milioni di individui sono sottoposti a più di 55 dB.

I danni, fisiologici e psichici, provocati dall’inquinamento da rumore, sono stati così determinati: intorno a 50-60 dB si manifestano cefalee, ansietà e aumento dell’irritabilità; a 130-140 dB cominciano dolori auricolari; oltre i 140 dB aumenta notevolmente il rischio di lesioni auricolari; a 160 dB si verifica la rottura della membrana del timpano o lesioni dell’orecchio interno.

Più che l’intensità del rumore, che raramente raggiunge i livelli più alti, sono in aumento la sua durata nel tempo e la sua diffusione nello spazio: la crescente urbanizzazione, l’aumento del numero dei veicoli e della densità di popolazione hanno infatti provocato un prolungarsi del rumore nelle ore notturne e nei giorni festivi e un suo estendersi alle periferie delle città.

Prevenzione

È necessario ridurre il rumore alla fonte, cioè progettare ed acquistare macchine con la più bassa emissione di rumore.

Limitare la propagazione delle onde sonore, isolando la sorgente sonora utilizzando per le pareti, i muri ed i soffitti degli ambienti di lavoro dei materiali assorbenti.

Limitare il tempo di esposizione del lavoratore.

Protezione del lavoratore o con ambienti cabinati o mediante protezioni individuali quali cuffie (abbattono circa di 20 dB l’intensità dello stimolo sonoro) o tappi alle orecchie.

Il D.Lgs. 195/2006 fissa i seguenti nuovi limiti per il rumore:

  • Valore limite di esposizione (giornata lavorativa di 8 ore): 87dB(A);
  • Valore superiore di azione (giornata lavorativa di 8 ore): 85 dB(A);
  • Valore inferiore di azione (giornata lavorativa di 8 ore): 80 dB(A);
  • Livello di esposizione settimanale al rumore (5 giorni lavorativi, 8 ore al giorno, nel caso di esposizione giornaliera variabile): 87dB(A).

Il datore di lavoro sottopone alla sorveglianza sanitaria i lavoratori la cui esposizione al rumore supera gli 85 dB. La sorveglianza sanitaria è estesa ai lavoratori esposti a livelli superiori di 80 dB su loro richiesta o qualora il medico competente ne conferma l’opportunità.

Nel caso in cui l’esposizione al rumore superi gli 80 dB il datore di lavoro mette a disposizione dei lavoratori dispositivi di protezione individuali dell’udito, nel caso in cui tale esposizione sia uguale o superiore agli 85 dB il datore di lavoro fa tutto il possibile per assicurare che vengano indossati i dispositivi di protezione individuale dell’udito.

I locali, in cui le lavorazioni comportano un’esposizione personale superiore agli 85 dB, sono provvisti di apposita segnaletica ed eventualmente, qualora il rischio lo giustifichi, sono circoscritti da limitazione d’accesso.

I servizi offerti:
  1. Perizie fonometriche per la valutazione dell’impatto acustico.

Rifiuti

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In base al D.Lgs n.152/2006 i rifiuti vengono classificati:

  • Rifiuti urbani e Rifiuti speciali in base alla provenienza;
  • Rifiuti pericolosi e Rifiuti non pericolosi in base alla pericolosità.
I Laboratori del CRAIA ACS OdR, in accordo alla normativa vigente effettuano:
  • Analisi standard rifiuti: aspetto, residuo a 105°C, ceneri a 600°C, metalli tossici, solventi e classificazione (parametri indispensabili);
  • Analisi infrarossa;
  • Ammine aromatiche;
  • Clorofenoli;
  • Chinone idrochinone;
  • Composti aromatici policiclici;
  • Test di cessione (norma italiana UNI 10802);
  • Test di cessione con acido acetico;
  • Saggi di tossicità;
  • Determinazione qualitativa e quantitativa delle sostanze organiche;
  • Estratto in etere di petrolio;
  • Fenolo e cresoli;
  • Formaldeide;
  • Monomeri residui;
  • Policlorobifenili;
  • Solventi clorurati e aromatici;
  • Solventi organici;
  • Determinazione di amianto;
  • Caratterizzazione dei rifiuti tramite attribuzione CER dal produttore ai fini del loro smaltimento.
Altri servizi:
  1. Sopralluoghi e consulenze tecniche;
  2. Campionature e caratterizzazione del rifiuto;
  3. Contratti annuali di consulenza.

Igiene Industriale Aria

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L’inquinamento atmosferico è l’accumulo di una o più sostanze, in concentrazioni tali da modificare le normali condizioni ambientali e di salubrità dell’aria; tali modifiche costituiscono un possibile pericolo per l’uomo e per l’ambiente.

Le principali fonti di inquinamento sono le emissioni in atmosfera derivanti dai processi produttivi (attività industriali e artigianali) e dai processi di combustione (riscaldamento e traffico veicolare).

Le sostanze inquinanti comunemente misurate sono:

Monossido di Carbonio (CO), prodotto dei processi di combustione (motori degli autoveicoli, impianti di riscaldamento e industriali), che impedisce all’emoglobina di legarsi all’ossigeno, con una conseguente riduzione della quantità di ossigeno nel sangue;

Ossidi di Azoto (NOx), prodotti dei processi di combustione (motori degli autoveicoli, impianti di riscaldamento e impianti industriali), che hanno una duplice azione tossica: provocano una riduzione della funzionalità respiratoria e diminuiscono le difese contro le infezioni;

Ozono (O3), è il componente più facilmente misurabile dello smog fotochimico prodotto, durante la stagione estiva, dall’azione della radiazione solare su alcune sostanze presenti in atmosfera, molte delle quali derivano dal traffico degli autoveicoli. Questo inquinante ha un’azione irritante sulle mucose, in particolare delle vie respiratorie e degli occhi;

Biossido di Zolfo (SO2), prodotto della combustione del carbone e dei derivati del petrolio. Svolge un’azione dannosa sull’apparato respiratorio;

Idrocarburi (HC), comprendono un grande numero di composti gassosi, liquidi e solidi; il più semplice idrocarburo è il metano che è presente naturalmente in atmosfera in concentrazioni maggiori rispetto agli altri idrocarburi: per questo motivo vengono determinati gli idrocarburi non metanici, che provengono da processi di combustione incompleta negli impianti di riscaldamento e industriali e nei motori degli autoveicoli. Il grado di nocività varia secondo la composizione chimica: si va da sostanze non particolarmente tossiche a sostanze di accertata cancerogenicità quali gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e il benzene. Quest’ultimo deriva principalmente dalle emissioni dei veicoli a benzina e dalle perdite per evaporazione durante la lavorazione, lo stoccaggio e la distribuzione dei prodotti petroliferi. Studi sui lavoratori esposti hanno dimostrato un’aumentata incidenza di leucemia;

Polveri totali sospese (PTS) e particelle sospese con diametro inferiore a 10 mm (PM10), sono particelle di piccole dimensioni che possono contenere sostanze nocive come piombo, vanadio, cromo, amianto e IPA; sono prodotte da quasi tutte le attività umane (traffico, industria, processi di combustione in generale). Penetrano nell’organismo umano attraverso l’apparato respiratorio provocando disturbi respiratori e malattie asmatiche; l’azione nociva delle polveri varia in rapporto alle dimensioni delle particelle: minore è il diametro maggiore è la capacità di penetrazione nelle vie respiratorie.

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